Biostimolanti

Biostimolanti per tappeti erbosi: un aiuto naturale per un prato sano
Negli ultimi anni, l’attenzione verso la gestione sostenibile degli spazi verdi è cresciuta significativamente. In questo contesto, i biostimolanti stanno emergendo come validi alleati per la cura dei tappeti erbosi, offrendo un approccio più naturale e rispettoso dell’ambiente. Ma cosa sono esattamente i biostimolanti e come possono beneficiare il tuo prato?
Un biostimolante è una sostanza o un microrganismo che, applicato sulle piante o sul terreno, ha lo scopo di migliorare i processi naturali della pianta, come l’assorbimento dei nutrienti, la tolleranza agli stress abiotici e la qualità del tappeto erboso. È importante sottolineare che un biostimolante non è un fertilizzante, in quanto non fornisce un apporto nutritivo primario (anche se può contenere oligoelementi o fonti di carbonio). Allo stesso modo, non è un prodotto fitosanitario, poiché non ha un’azione diretta contro malattie o parassiti.
Quali sono i benefici dei biostimolanti per il tappeto erboso?
L’utilizzo di biostimolanti può portare a diversi vantaggi per la salute e l’aspetto del tuo prato:
- Miglioramento della fertilità del terreno e dell’efficienza nutrizionale: Alcuni biostimolanti, come quelli a base di micorrize, instaurano una simbiosi con le radici del tappeto erboso, estendendo la loro capacità di assorbire nutrienti (sia organici che inorganici) presenti nel terreno e di trasferirli alla pianta. Questo può portare a una crescita più vigorosa e a un prato più resistente.
- Aumento della resistenza agli stress: I biostimolanti possono aiutare il tappeto erboso a superare meglio periodi di stress abiotico, come siccità, temperature estreme e salinità. Ad esempio, Bacillus subtilis contribuisce a predisporre il tappeto erboso al superamento di stress biotici e abiotici.
- Induzione di resistenza ai patogeni: Alcuni biostimolanti possono attivare i meccanismi di difesa naturali della pianta, rendendola più resistente ad attacchi di funghi, batteri, virus e insetti. Formulati specifici, come quelli a base di Trichoderma viridae, possono controllare patologie fungine del colletto come Rhizoctonia e Pythium. Il Bacillus subtilis ha anche un’azione inibente nei confronti di alcuni funghi patogeni, come quelli responsabili del Dollar spot.
- Miglioramento della crescita radicale e vegetativa: L’applicazione di biostimolanti può stimolare lo sviluppo di un apparato radicale più esteso e robusto, fondamentale per l’ancoraggio della pianta, l’assorbimento di acqua e nutrienti e la resistenza al calpestamento.
- Supporto per una gestione biologica: In un contesto normativo che limita sempre più l’uso di prodotti fitosanitari chimici, i biostimolanti rappresentano una valida alternativa per la difesa dalle patologie del tappeto erboso con un ridotto impatto ambientale.
Esempi di biostimolanti e come utilizzarli:
Nel mercato sono disponibili diverse tipologie di biostimolanti, tra cui:
- Micorrize: Funghi benefici che formano un’associazione simbiotica con le radici, migliorando l’assorbimento dei nutrienti. Si applicano al momento della semina o del trapianto, oppure tramite applicazioni radicali.
- Trichoderma spp.: Funghi antagonisti che colonizzano il terreno, contrastando la crescita di funghi patogeni responsabili di marciumi radicali e del colletto. La temperatura ottimale per la loro proliferazione è di circa 15-18°C.
- Bacillus subtilis: Batterio che migliora la fertilità del terreno, l’efficienza nutrizionale e la crescita, oltre ad avere un’azione inibente contro alcuni patogeni fungini.
- Induttori di resistenza: Sostanze naturali o di sintesi che stimolano le difese naturali della pianta.
- Biostimolanti a base di alghe (es. Ascophyllum nodosum) e amminoacidi: Possono migliorare la velocità di assorbimento dei nutrienti e contrastare le patologie.
È importante seguire attentamente le dosi e le modalità di applicazione indicate sui prodotti per ottenere i migliori risultati. Inoltre, è bene tenere presente che l’efficacia di alcuni biostimolanti, come le micorrize e il Trichoderma, può essere limitata dall’uso di fertilizzanti contenenti inibitori o ad alto titolo di fosforo e dall’utilizzo anche saltuario di fungicidi chimici.
Conclusione:
I biostimolanti rappresentano una strategia innovativa e sostenibile per la gestione dei tappeti erbosi. Integrando questi prodotti nella tua routine di cura del prato, puoi favorire la sua salute, la sua resistenza agli stress e ridurre la dipendenza da prodotti chimici, contribuendo a un ambiente più sano e a un prato più rigoglioso. Per un tappeto erboso di qualità, considera l’utilizzo di biostimolanti come parte di un approccio agronomico completo.